VATICANNEWS – Il “prete di strada”, il sacerdote che “cammina in mezzo alla sua gente con vicinanza e tenerezza di buon pastore”, permette a Gesù di essere “presente nella vita dell’umanità” e non recluso nel “piano delle idee, chiuso in caratteri a stampatello, incarnato tutt’al più in qualche buona abitudine che poco alla volta diventa routine”. Questo, in sintesi, il cuore dell’omelia che Papa Francesco pronuncia durante la Messa del Crisma, celebrata nella Basilica Vaticana. Nel giorno in cui i preti rinnovano le promesse sacerdotali, giovedì santo, il Pontefice insiste sull’importanza di essere vicini a Dio nella preghiera e alla gente nella vita quotidiana. E’ proprio la vicinanza, infatti, “la chiave dell’evangelizzatore”, “la chiave della verità”.
Attenti alle “verità-idolo”
Papa Bergoglio mette, in particolare, in guardia dalla tentazione di “farsi idoli di alcune verità astratte”, “idoli comodi” “che danno un certo prestigio e potere e sono difficili da riconoscere”. La “verità-idolo”, infatti, “si mimetizza, usa le parole evangeliche come un vestito, ma non permette che le si tocchi il cuore”, e questo “allontana la gente semplice dalla vicinanza risanatrice della Parola e dei Sacramenti di Gesù”. La verità “è anche fedeltà”, quella che ti permette di veder le persone, “prima di classificarle o di definire la loro situazione”, in una società in cui è tanto diffusa la “cultura dell’aggettivo”.
Maria, Madonna della vicinanza
Ai numerosi presenti in Basilica, il Pontefice chiede di volgere lo sguardo all’esempio di Maria, “Madonna della vicinanza”. La Madre Celeste “è vicina” con il suo mettersi al servizio con “premura”, per il suo modo di dire le cose, per la sua capacità di essere “dove si ‘cucinano’ le cose importanti, quelle che contano per ogni cuore, ogni famiglia, ogni cultura”. Ecco perché le parole che Maria pronuncia a Cana – “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” – devono risuonare, in modo speciale, in tre ambiti di vicinanza sacerdotale: “l’ambito dell’accompagnamento spirituale, quello della Confessione e quello della predicazione”.
La vicinanza nel quotidiano
La “vicinanza nel dialogo spirituale”, “contemplando l’incontro del Signore con la Samaritana”, permette di far “venire alla luce il peccato”; la “vicinanza nella Confessione”, nel solco del “passo della donna adultera”, consente di guardare “l’altro negli occhi”, indicando al peccatore l’orizzonte del futuro e non quello del passato; infine, “l’ambito della predicazione”. “Meditiamo su di esso – precisa Papa Francesco – pensando a coloro che sono lontani, e lo facciamo ascoltando la prima predica di Pietro”, l’omelia è infatti “la pietra di paragone per valutare la vicinanza e la capacità di incontro di un Pastore con il suo popolo”.
Preti di strada
I sacerdoti devono essere vicini a Dio e alla gente. Se si sentono lontani da Dio, avvicinandosi “al suo popolo”, guariranno “dalle ideologie” che ne hanno “intiepidito il fervore”. Per contro, se si sentono lontani “dalla gente”, avvicinandosi “al Signore, alla sua Parola” potranno imparare a guardare la gente come Gesù, comprendendo “quanto vale ai suoi occhi ognuno di coloro per i quali ha versato il suo sangue sulla croce”.
Benedizione degli oli e consacrazione del crisma
Uno dei momenti forti della celebrazione è quello della benedizione degli oli e della consacrazione del crisma, introdotto dalla processione di tre carrelli, ciascuno di un colore diverso a seconda dell’olio contenuto nelle anfore: bianco per l’olio degli infermi, viola per quello dei catecumeni, rosso per il crisma. Il Papa si china per alitare sull’anfora contenente il sacro crisma e recita la preghiera, benedicendo così gli oli per l’amministrazione dei sacramenti nel corso dell’anno.