GRAZIE! Grazie a Dio è finita anche questa edizione 2012-2013 del Presepe Vivente a Sambiase
Grazie di cuore a tutti coloro che, in vario modo, hanno contribuito per la riuscita del Presepe. Grazie all’amico Tonino Severi che in unione di intenti con le Parrocchie di San Francesco e di San Pancrazio, da me indegnamente rappresentate, ed in unione di intenti anche con un gruppo di fidati amici e collaboratori , che si sono messi a disposizione, ha coordinato tutto il lavoro. Grazie ai personaggi che hanno aderito e si sono sforzati di immedesimarsi nei panni dei pastori. Grazie agli abitanti di questa meravigliosa zona antica di Sambiase che hanno messo a disposizione i magazzini per allestire i siti ed hanno messo a disposizione anche il materiale per allestire il presepe ed accogliere nel migliore dei modi i visitatori, sopportando anche qualche difficoltà che si è venuta a creare durante questi tre giorni di manifestazioni. Grazie all’Amministrazione Comunale ed ai vari organismi Comunali che hanno concesso l’allestimento di questa meravigliosa manifestazione. Grazie alle Forze dell’ordine. Grazie alla giovane famiglia di Bruno Bernardi e Luisa Mete che con il loro piccolo Gabriele si sono immersi nel ruolo, non facile, di rappresentare la Sacra Famiglia di Nazareth. Due giovani meravigliosi che sono nati e cresciuti fisicamente, culturalmente e spiritualmente, nell’ambito delle nostre due Parrocchie, avendo frequentato il catechismo, ricevuto i Sacramenti, partecipato alla Sacra Liturgia ed avendo frequentato il Gruppo Giovani parrocchiale San Francesco di Paola.
Cari amici,
eccoci alla festa dell’Epifania che tutte le feste porta via. Eccoci alla conclusione delle feste natalizie. Al termine di questo cammino che ci ha visti impegnati su vari fronti, ci rimane una punta di nostalgia e forse un piccolo rimorso: quello di non avere approfittato a dovere della grazia offertaci, mediante la grande rievocazione del mistero dell’Incarnazione. Forse è bene fare una approfondita riflessione con un atto di pentimento.
Anche per quanto riguarda la realizzazione delle varie manifestazione socio-culturali e religiose dove, spesso, nascono difficoltà con i vari collaboratori e con i cittadini i quali sono stati sempre invitati a partecipare agli incontri organizzativi sia per offrire le proprie idee sia per dare il proprio contributo personale alla realizzazione di queste idee. E’ facile giudicare dall’esterno il lavoro degli altri! E’ più impegnativo, invece, “alzarsi le maniche” e collaborare serenamente alla realizzazione delle stesse!
Spesso le opinioni sono diverse e le nostre idee assumono, spesso, atteggiamenti intransigenti, acidi, talvolta di violenza verbale, di intolleranza verso gli altri, verso coloro che non la pensano come noi, verso coloro con i quali in altri momenti abbiamo spezzato e condiviso il pane. L’odierno messaggio dell’ Epifania, ci sembra, giunge opportuno, per chiederci di essere risoluti a cercare continuamente ciò che ci unisce. Nessuno ci chiede di rinunciare alle nostre idee, purché non siano frutto di superficialità e di conformismo alla moda, purché siano illuminate, prima ancora che dalla fede, soprattutto dalla ragione: ci si chiede, in nome dell’amore, in nome dell’amicizia, in nome di Cristo, di sottolineare, anziché le nostre idee personali, quelle che ci accomunano. Tutti vorremmo il meglio, sempre.
Talvolta ci si chiede, in nome di questa ricercata unità, di rinunciare all’attuazione dei nostri disegni particolari da cui si è convinti derivi qualche grande bene, accompagnato tuttavia dalla rottura della comunione. Invece, credo, dobbiamo saper sacrificare all’amore anche qualche nostra idea, anche se di per sé buona, ma non condivisa dalla maggioranza.
Credo sia arrivato il momento di guardare non alle persone non cristiane che abitano anche le nostre contrade, queste le dobbiamo rispettare nella loro fede e nei loro valori – la festa dell’Epifania ci riporta nella sua drammaticità il problema missionario – ma di guardare bene in casa nostra, se davvero tra noi c’è comprensione, amore, unione. Dobbiamo chiederci se stiamo lavorando davvero per l’unità. Per lavorare a tale scopo bisogna fare sempre ciò che hanno fatto i Maggi: mettersi in cammino, un cammino lungo,faticoso, difficile, ed essere costanti. Non ci si deve abbattere di fronte alle difficoltà, alle incomprensioni.
Ci vorrà sempre del sacrificio,della rinuncia, ci vorrà sempre grande forza, decisa volontà di fare molta strada per andare verso Cristo, verso i fratelli. Ma ne vale la pena. Ci è riservata la manifestazione del Signore, del suo amore, della sua gloria.
Epifania, festa della manifestazione! Che il nostro Dio ci si disveli davvero, nella sua bellezza, nella sua attrattiva di amore, affinché possiamo noi, a nostra volta, trasmettere agli altri, a tutti, questo messaggio d’amore, d’universalità, di pace.
I Magi furono condotti a Gesù dalla stella. I popoli non saranno condotti tutti a Cristo se noi, cristiani, non saremo questa stella che indirizzi tutti gli esseri umani a Cristo, alla sua Parola, al suo amore.
BUON 2013
P. Antonio Bonacci