“Non c’era persona che si recasse da lui per chiedere consigli o per qualche afflizione senza che tornasse interamente confortato, lieto e soddisfatto per le risposte da lui ricevute” (Anonimo, Vita)
Stralci dell’omelia del celebrante Don Roberto Tomaino.
“La Calabria è bella perchè terra di tante differenze. Ogni calabrese si distingue e si vuole distinguere. I calabresi siamo fatti così, amiamo distinguerci anche tra noi. Ogni calabrese ha il suo santo, la sua Madonna, le sue chiese. Il miracolo di san Francesco di Paola è che restituisce unità a tutti i calabresi . È l’unico patrimonio comune, l’unico santo che ci accomuna, che ci mette d’accordo.
In tutta la vita del santo tutti gli opposti si richiamano. È un solitario ma riunisce folle, è un penitente ma vive nelle corti d’Europa.
Questa novena altro cos’è se non la possibilità di vivere un incontro con lui e di essere ascoltati da lui. Il tema di stasera è l’ascolto.
Francesco dedicava tutto se stesso ad ascoltare l’altro, ascoltava con la profondità del cuore.
L’ascolto del dolore e delle contraddizioni della vita: questo era l’ascolto di Francesco, un ascolto che non illude. Un ascolto mai lontano dall’ascolto della volontà di Dio. Era un ascolto congiunto con la volontà di Dio.
Noi abbiamo un grande bisogno di essere ascoltati, ma è anche vero che come dice il Papa c’è un uso dell’udito che non è ascolto ma il suo opposto: origliare, spiare, strumentalizzare gli altri per il nostro interesse. Occorre invece ascoltare l’altro in modo fiducioso e onesto, solo questo porta la pace.
Riconosci un santo dall’attenzione che ti dona. Noi non siamo abituati ad ascoltare. Quando non si ascolta in realtà non restiamo sordi, ma diventiamo ciechi”