Domani Santa Messa e benedizione delle candele ore 17.45 circa, Santuario San Francesco.
Celebra padre Alessandro Salvaggio, esorcista della nostra Diocesi.
La festa della “Candelora”, nome popolare della Presentazione del Bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme, viene celebrata dalla Chiesa cattolica il 2 febbraio, 40 giorni dopo Natale.
Nella liturgia si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”, come venne chiamato Gesù al momento dell’incontro con il vecchio sacerdote Simeone e la profetessa Anna al Tempio di Gerusalemme, i quali riconoscono in quel bambino il Messia atteso dal popolo di Israele.
Secondo la legge di Mosè, ogni primogenito maschio del popolo ebraico era sacro al Signore e, dopo la sua nascita, i genitori dovevano presentarlo al Tempio e riscattarlo con l’offerta di un sacrificio. Sempre secondo la legge giudaica, una donna che aveva partorito era considerata impura per 40 giorni se il figlio era maschio e 66 giorni se era una femmina.
Il vangelo di Luca narra che Maria e Giuseppe, proprio 40 giorni dopo la nascita di Gesù, fecero simultaneamente l’offerta del primogenito e la purificazione della madre.
Questa festa rappresenta anche il passaggio dal buio alla luce, dalla “morte” alla rinascita della natura, dall’inverno alla seguente primavera.
Il nome popolare “Candelora” deriva dalla somiglianza sia con la festa ebraica del rito del Lucernario, nel quale si celebra la luce che vince sull’oscurità, sia con le antiche fiaccolate rituali dell’antichissima festività romana dei Lupercali. L’affinità tra queste feste non è dovuta solo all’uso delle candele, ma soprattutto ai riti di purificazione, espiazione e riscatto.