Saluto e Messaggio di P.Antonio Bonacci

SALUTO E MESSAGGIO DEL PADRE CORRETTORE E PARROCO MODERATORE PADRE ANTONIO BONACCI

Ecc.za Rev.ma Mons Luigi Cantafora, Ecc.za Rev.ma Mons Giuseppe Morosini, Ecc.za Rev.ma Mons Vincenzo Rimedio, Molto Rev. Padre Provinciale P. Rocco Benvenuto, Rev. Padre Assistente Provinciale P. Francesco Santoro, Gent.ma Presidente Nazionale Dott.ssa Gabriella Tomai, Gent.ma Presidente Provinciale Sig.ra Teresa Paonessa, Presidente della Fraternità T.O.M. di Sambiase Signor Antonio Mamertino, Confratelli tutti nel Sacerdozio, Carissimi Terziari e Terziarie Della Fraternità di Sambiase, Sig. Sindaco di Lamezia Terme Prof. Gianni Speranza, Carissimi devoti di San Francesco, Amici tutti

Un caro saluto e un augurio di ogni bene nel nome del Signore e nel nome di San Francesco.

Ci siamo incontrati, questa sera per celebrare come Famiglia Minima il LXX anniversario di rifondazione del T.O.M. di Sambiase.

Un grato ricordo va al compianto, confratello nel Sacerdozio Don Pasquale Caputo, già Rettore della nostra Chiesa, negli anni successivi alla soppressione degli Ordini Religiosi da parte del nascente Stato Italiano.

Unitamente a lui il caro ricordo del primo nucleo di Terziari:Angelina Cupiraggi e Filomena Mirarchi, Angelina Mercuri e Rita Paladino, Maria Costanzo ed il Farmacista Dott.Vincenzo Sposato, Angelina Cosco, Maria Mascaro, Aquilina Rossetti,Vittoria Lento, Luigi Bernardi ed il Giudice Basilio Sposato. Per alcune di queste , mi è stata concessa la grazia di conoscerle personalmente e di assisterle spiritualmente mediante l’amministrazione dei Sacramenti.

Correva l’anno 1939 quando, Don Pasquale Caputo, ebbe l’ispirazione di rifondare il “Ramo Laicale” della Famiglia Minima di San Francesco di Paola, appunto il Terz’Ordine.

Accanto ai sentimenti di gratitudine per questi settanta anni di opere di bene al seguito del Nostro Fondatore, desidero richiamare l’appartenenza alla Chiesa Lametina, con la speranza di proiettare in una dimensione più ampia il futuro dell’azione benefica della Fraternità stessa.

Stiamo vivendo l’Anno Paolino, indetto dal Papa Benedetto XVI, per i Duemila anni della nascita dell’Apostolo delle genti.

San Paolo ci insegna e ci invita a considerare il Carisma un dono per tutta la Chiesa, un dono che, fondamentalmente, tende all’unità e che realizza tutta la sua fecondità solamente nella condivisione e nella complementarietà. Conosciamo come egli si sia scagliato con tutta la forza del suo zelo apostolico contro chi, appellandosi ai carismi personali, provocava divisioni in seno alla Comunità Ecclesiale. E’ un monito attuale anche per noi oggi: se da una parte è doveroso per ogni cristiano rafforzare i legami della propria storia per comprendere e vivere la propria specifica vocazione, è anche necessario andare alla fonte di ogni carisma: ” C’è un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza…; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti…Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito e a ciascuno è data una manifestazione dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor). La validità di ogni Carisma sta appunto nell’incorporazione di ognuno in Cristo, e attraverso Cristo sentirci profondamente membri del suo Corpo Mistico che è la Chiesa.

Mi piace accostare lo zelo Apostolico di San Paolo all’ardore di San Francesco di Paola nel tentare di farsi tutto a tutti. Se possiamo fare un accostamento evidente tra San Paolo e San Francesco è proprio quello dell’ardore apostolico di questi nostri due modelli: i viaggi di San Francesco e il continuo pellegrinare di San Paolo per rendersi presente nelle Comunità primitive, hanno un’unica motivazione: ” CHARITAS CHRISTI URGET NOS “.

Ce lo ricordava anche il nostro Vescovo, sia con il suo stemma episcopale che con la sua prima Lettera Pastorale.

Questa urgenza interiore dello Spirito è parte essenziale del nostro Carisma Minimo ed interpella ognuno di noi ” DISCEPOLI DEL VANGELO DELLA CARITA’” ad essere disponibile ad ascoltare e a seguire le chiamate, che non sempre sono facili, ma l’esperienza di San Francesco ci suggerisce che ” per fare un po’ di bene è necessario salire il Calvario “.

Vi confido che dallo studio e dalla lettura delle Lettere di San Paolo ho sempre ammirato la tensione per la sua vita spirituale, le motivazioni del suo agire, i suoi affanni, le sue gioie. Questo mi ricorda il nostro San Francesco: la nostra carità deve essere carità di persona, non un semplice fare esteriore, cioè il nostro Carisma non va solamente conosciuto teoricamente ma vissuto interiormente; prima che con le parole o con i mezzi esteriori, il Carisma Minimo agisce nei nostri cuori e li trasforma, offrendo anche alle nostre deboli qualità umane, la capacità di raggiungere il cuore delle persone a cui ci rivolgiamo.

San Francesco di Paola, profondamente devoto della Madonna, ci fa capire come Maria nell’Annunciazione è la perfetta immagine del Discepolo che ascolta la Parola e del credente che l’accoglie con generosità: ” Ecco la serva del Signore, si faccia in me secondo la tua parola “. Nella vocazione di Maria è contenuta la vocazione della Chiesa e di ognuno di noi. Docili alla Parola di Dio, potremo permettere allo Spirito del Signore di operare ancora grandi cose per mezzo nostro, in favore della nostra società.

Mi piace terminare questo saluto con le parole di Sant’Agostino, poi tacerò per sempre, e come ho agito fino al 14 aprile, quando era Assistente Spirituale P. Ivano Scalise, agirò da questo momento in poi nei confronti di P. Aldo Imbrogno, nuovo Assistente Spirituale T.O.M., al quale auguro buon lavoro: “Lodate il Signore, tanto più dolcemente quanto più intensamente pensate a Lui.

Sperate in Lui con tanta felicità quanto maggiore è lo zelo con cui lo servite.

Tanto più ardente sia il vostro cuore per Lui quanto maggiore è la cura per piacergli “: ( De Virginitate 27,27).

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