L’utilità del campo scuola

Conclusa l’esperienza dei giovani della parrocchia di San Francesco

In questo ultimo scorcio di ferie -e prima dell’inizio dell’anno scolastico 2009/2010- sono molti i giovani che stanno compiendo dei campi scuola in diversi luoghi per ritemprarsi lo spirito e ricaricarsi per affrontare il nuovo anno sociale, che partirà a metà settembre. Tra i vari campi scuola, si è appena concluso quello dei giovani della parrocchia di San Francesco di Paola di Lamezia ovest, che si è tenuto a Longobardi Marina, sotto la guida di Padre Marco Gagliardi, dell’Ordine dei Minimi del convento della città della Piana.

Sono giovani che da diversi anni -ormai- stanno compiendo un percorso “minimo”; insomma, una gioventù minima alla sequela del Taumaturgo di Paola, giovani che si avvicinano alla spiritualità minima.

Il “pianeta giovani”, come oggi viene chiamato, che si presenta vario e molteplice, ricco di istanze ed esigenze diverse, non è esente dalla figura di San Francesco, che gli offre una ricchezza di elementi, caratteristiche e accentuazioni diverse. Spesso il giovane di oggi si pone delle domande di carattere esistenziale, tipo: chi sono? Che cosa voglio fare della mia vita?

San Francesco di Paola cerca di capire sin da giovane quale sia la sua identità, e così si pone alla ricerca di Dio per capire se stesso, per capire il progetto di Dio su di sé e per orientare la propria vita. E non desiste da questa ricerca, perché sa che ad essa è legato il significato di tutto quello che egli sta per incominciare.

Anche per il giovane d’oggi è senz’altro una riscoperta questo bisogno di cercare Dio, di cercare un punto di riferimento, una luce, un senso per orientare la propria vita. Molto forte tra i giovani il bisogno di aggregazione, di solidarietà, di comunione, ma soprattutto il bisogno di imparare a pregare: il successo delle varie comunità di preghiera, dei gruppi, delle scuole di preghiera ne sono una precisa testimonianza.

Ma Francesco ha qualcos’altro da dire ai giovani, a proposito dell’esistenza umana. La vita è un progetto che comporta delle scelte, e scegliere implica la capacità di rinunciare: ci si trova a scegliere, e scegliere è rinunziare a qualcosa per attuare altro. Un valore si ottiene a prezzo di scelta, e questa scelta costa, è sacrificio, è rinunzia, impegna personalmente. Ecco allora il valore della rinuncia e dello spirito penitenziale. Certo non è semplice parlare oggi di rinuncia, di sacrificio, di spirito di penitenza; ma i giovani sanno che credere in Dio costa. Di fronte alla sete di cambiamento e di rinnovamento, anche spirituale, dei giovani d’oggi, lo spirito minimo della conversione si presenta come un cambiamento in radice. Allora Francesco diventa agli occhi dei giovani, e non solo dei giovani, l’uomo autentico, che prima ha convertito se stesso a un progetto di Dio e poi ha testimoniato questo segno di Dio attirando a sé dei seguaci. E i giovani, la speranza del domani, vedono in Dio la figura a cui ispirarsi, il modello perenne da seguire nella costruzione di un futuro diverso… per una società nuova, per un mondo migliore.

Antonio cataudo

CalabriaOra del 1° settembre 2009

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